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Intervista al Presidente Zermani

Oggi il Po sembra essersi alzato? Di quanto?

Abbiamo avuto precipitazioni nella parte alta del bacino che hanno fatto si che sul nostro territorio si sia misurato un ingrosso della portata di oltre 3 metri. Questo dà ristoro alla portata del fiume ma non dà un beneficio diretto all’irrigazione che da noi avviene principalmente per attingimento da corsi d’acqua appenninici e dalle due dighe (Molato e Mignano). Da Po, infatti, prelevano solo una parte della Val Tidone con l’impianto di Pievetta e una della bassa Val d’Arda con l’impianto di Monticelli.

 

Come mai il Po ha questi sbalzi: fino a ieri sembrava agosto, oggi è alto?

Il Po ha un bacino molto ampio e una percorrenza altrettanto lunga ma come altri territori è soggetto a grandi periodi di siccità alternati a precipitazioni intense e talvolta pericolose. Tutto questo può essere mitigato con la messa in rete di tutti quelli che sono i gradi laghi alpini che sono naturali ma hanno degli sbarramenti che li regolano e in qualche modo li equiparano alle dighe dando la possibilità di accumulare acqua. La difficoltà sta nel far collimare gli interessi che vanno dall’aspetto produttivo dell’agricoltura a quello del turismo delle zone rivierasche dei laghi. A dare buone soluzioni in questi anni è la cabina di regia del fiume Po che ha messo tutti intorno ad un tavolo e cercato di trovare l’interesse generale. A noi basta un dato: pochi centimetri di innalzamento del livello dei grandi laghi alpini corrisponde a milioni di metri cubi disponibili per il rilascio nell’alveo. Torna sempre il tema delle infrastrutture e della bacinizzazione del Po che, da una parte consentirebbe di creare accumuli di acqua per compensare periodi di magra e, dall’altra metterebbe a sistema l’utilizzo dei bacini esistenti sull’arco alpino.

Rispetto a questa situazione che azioni avete intrapreso?

Abbiamo dato grande impulso alla parte progettuale e redatto un business plan in cui analizziamo tutti gli aspetti del nostro territorio, sia di pianura che di montagna, e affrontato i temi che vanno dalla difesa idraulica e del suolo fino alla creazione di accumuli. Il risultato è un elenco di interventi da realizzare in ogni singola vallata che per noi rappresenta la road map per il futuro e punta sostanzialmente: al risparmio in termini di volume, a migliorare i sistemi distributivi e di monitoraggio e alla progettazione di nuove opere ed invasi di piccole e grandi dimensioni. Per quanto riguarda il territorio di montagna abbiamo collaborato con le imprese agricole e creato una serie di progetti puntuali sul tema del dissesto (per oltre 3 milioni) che hanno trovato in parte ristoro dall’ultima tornata di PSR della Regione ER la quale ha dimostrato una grande attenzione verso questi territori. Abbiamo poi progettato impianti fissi di sollevamento al fine di razionalizzare le chiuse sull’argine di Po che sono quegli scoli naturali che attraversano le arginature e ci proteggono dalle piene con regolazioni meccaniche. Progettazioni queste che stiamo portando avanti con grande soddisfazione grazie alla collaborazione di AIPO (agenzia che si occupa della gestione delle arginature del Po). Tra gli altri, ma per concludere, abbiamo poi progettato laghi di diverse dimensioni e condutture per il trasporto dell’acqua e sua la misurazione.

Quale è la situazione attualmente in provincia di Piacenza, visto che siamo la vigilia della stagione irrigua?

La stagione irrigua è iniziata in anticipo rispetto ai nostri tradizionali calendari e anche per le dighe abbiamo iniziato l’erogazione dell’acqua invasata prima del solito. Quella attuale è una stagione complessa come si più dire di tante anche perché lavorando con la natura non c’è un anno omologato all’altro. Solo con un utilizzo puntuale della risorsa si può avere un risultato molto positivo perché se da una parte l’apporto dell’acqua contribuisce a raffreddare i suoli, dall’altra un eccesso potrebbe essere dannoso per le colture. Si tratta di una mediazione difficile dove si cerca di sostenere al meglio tutti i territori e la loro potenzialità produttiva utilizzando le risorse a disposizione in modo parsimonioso.

Come vi siete prepararti per affrontare l'estate sia per gli agricoltori, che per i cittadini?

Abbiamo cercato di aumentare l’innovazione e la formazione del nostro personale puntando ad un maggior controllo dell’acqua distributiva per poterne risparmiare i volumi a favore delle necessità del settore primario. Miglioramento continuo a cui puntiamo anche nel settore della difesa idraulica. Siamo convinti che l’innovazione e la tecnologia possano rispondere a molte delle criticità che stiamo vivendo ma che a queste vada aggiunta l’infrastrutturazione. Il segreto sta nel portar avanti questo sistema in sinergia e con equilibrio.

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