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RISORSE IDRICHE: ITALIA, PAESE SEMPRE A RISCHIO

PIACENZA (09 luglio 2013) –

E’ di nuovo all’ordine del giorno il problema del deficit idrico in Italia. L’”oro blu” tende sempre di più a scarseggiare sul territorio della penisola in maniera piuttosto uniforme coinvolgendo anche la nostra provincia.

Ogni italiano consuma infatti circa 180 litri di acqua al giorno ma ha una riserva idrica di 140 litri, quindi ha un deficit di 40 litri. Riserve davvero piccole, meno del 10%, rispetto a quella di 2.200 litri di uno statunitense, 3.300 litri di un australiano e 1.100 litri di uno spagnolo. A lanciare l'allarme di un'Italia “sempre a rischio” sul fronte delle risorse idriche è l'Anbi, l'Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni.

Citando i dati di una ricerca Kinsey & Company, il presidente dell'Anbi, Massimo Gargano, rileva che “nonostante le nostre ripetute e preoccupate richieste, la dotazione infrastrutturale di invasi in Italia non è sostanzialmente cambiata e così si riesce ad utilizzare solo il 15% delle acque piovane, che bagnano il nostro territorio”. E' necessario, secondo l'Anbi, un Piano Nazionale degli Invasi, l'unica soluzione “per evitare che si ripetano crisi idriche con gravi ripercussioni sull'economia agricola, ma non solo, e complessivamente sull'ambiente”. La proposta che avanza l'Associazione punta a creare “invasi collinari e di pianura, capaci di immagazzinare le acque piovane per utilizzarle nei momenti di necessità, riducendo nel contempo il rischio di alluvioni”.

Certo, “se quest'anno di fronte al caldo che finalmente pare arrivare, l'Italia non dovrà fare i conti con la siccità - osserva l'Anbi - il merito va attribuito solo alle cospicue precipitazioni dei mesi scorsi, abbondantemente sopra le medie del periodo”. Ma i dati sui volumi d'acqua presenti nei maggiori invasi di competenza dei Consorzi, “confermano non solo il deficit idrico, che è testimoniato dal generalizzato abbassamento delle falde registrato nel Paese, ma la persistente fragilità del nostro ecosistema”.

Dall'elenco dei serbatoi nelle varie regioni, dove spiccano il più capiente “Cantoniera” in Sardegna, che ha una capacità di 748 milioni di metri cubi e il serbatoio “Occhito” in Puglia con una capacità di 247,5 milioni di mc, non di meno rilievo è la nostra Diga di Mignano a fronte di una capacità di 13 milioni di mc al 31 maggio scorso aveva riempito 10,7 milioni di mc, ridotti in un mese a 9,2.

“La crisi idrica è un fatto ormai completamente assodato a tutti i livelli, da quello macro e globale a quello locale, rivelandosi un problema che riguarda tutti. Ciò sollecita fortemente quegli attori del nostro territorio direttamente coinvolti nella gestione di questa risorsa sempre più fondamentale a rispondere alla sua scarsità trovando soluzioni efficaci e operative. Ciò detto e del tutto in linea con le indicazioni nazionali, la creazione di nuovi invasi è da un lato una necessità dall’altro la possibilità concreta di instaurare un nuovo circolo virtuoso nella gestione della risorsa acqua rispetto ai nuovi scenari ambientali, di sviluppo e produttivi che si sono presentati e aperti e che caratterizzeranno sempre di più il nostro futuro.” Conclude il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani.

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