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Libertà 03-02-15 - Rischio Idrogeologico - aumentato del 10% in un anno

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Dissesto suolo e bonifica: l' emergenza è in pianura

Il Consorzio giovedì presenta i suoi progetti al Governo.
Una nuova cassa di espansione alla Galleana, un impianto idrovoro nuovo di zecca a Calendasco, reti anti-frana tra Bettola, Coli e Farini, fino a interventi per migliorare la potabilità nella Bassa padana. Sono solo alcune delle voci che il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha inserito nella sua "lista della spesa" delle priorità straordinarie: il "conto" sarà presentato giovedì mattina a Roma, a Palazzo Chigi, durante gli incontri di Italiasicura, la struttura messa in piedi dal Governo per fronteggiare l' emergenza del dissesto. E, un po' a sorpresa, gli interventi più rilevanti riguardano la pianura anziché la montagna.
Sono dodici gli interventi straordinari nel Piacentino che, frutto di un monitoraggio effettuato sul territorio in tutto il corso dell' anno 2014, saranno presentati al ministro dell' ambiente Gianluca Galletti con apposite "slide" da proiettare, nella speranza che le opere vengano finanziate. In pianura, l' impianto di sollevamento idrico di San Nazzaro sarà spostato, con una spesa di 4 milioni e 600mila euro, in località Ronchi di Caorso per consentire un miglioramento delle condizioni ambientali del Chiavenna e migliorare la potabilità della Bassa; nuovi impianti idrovori sorgeranno a Soarza di Villanova (per 4 milioni e 336mila euro) e a Raganella di Calendasco (per 2 milioni di euro) mentre a Piacenza, in località Galleana, sarà realizzata una nuova cassa di espansione da 3 milioni e mezzo di euro per evitare che il centro della città finisca sott' acqua in caso di episodi di maltempo estremo e delle ormai famose "bombe d' acqua".
Quattro interventi importanti e più costosi rispetto a quelli previsti per la montagna: nessuna discriminazione, viene detto, ma solo un aumento dei costi a causa degli obblighi di legge sui terreni inurbati, a partire dal valore dei terreni da espropriare.
I piccoli interventi di montagna, che consentono di risolvere criticità destinate comunque a scivolare verso la pianura, comprendono principalmente lavori per la sistemazione della viabilità tra le frazioni di Villanova, Aglio e Pradovera (tra Bettola, Coli e Farini) dove saranno collocate anche reti paramassi per 300mila euro; sarà migliorata la strada dissestata per Ottone Soprano (60mila euro) mentre a Cerignale si insisterà sulla pulizia della canalizzazione nel capoluogo (30mila euro) e ad Oneto (60mila euro). Interventi simili sono previsti anche a Bobbio (Valle e Vaccarezza per 60mila euro) e in frazioni di Bettola (Casa Matteo, Crognito, Malvezzi e Calenzano con una spesa di 100mila euro). Altri 80mila euro sono destinati alle frazioni Campagna, Maradina, Pianadella e Pradovera (Farini) e 30mila euro a Castelcanafurone (Ferriere).
Ma con quali dati l' Unione bonifiche Emilia Romagna (Urber) e l' Associazione nazionale bonifiche italiane (Anbi) si presenteranno a Roma? Innanzitutto c' è un generale peggioramento del contesto che, rispetto all' anno scorso, fa segnare un aumento del rischio del 10 per cento (il 40 per cento in più dal 2010).
La "lista della spesa" regionale si compone di 894 interventi per un valore complessivo di un miliardo e 100mila euro in opere (contro gli 8 miliardi a livello nazionale): solo nel 2010 gli interventi auspicabili di fermavano a 652. Restringendo il campo, per quanto riguarda il Piacentino, il piano Anbi prevede in tutto (comprendendo anche quelli minori) 51 interventi, di cui 10 in montagna e 41 nelle zone di pianura. Per i primi, si quantifica una spesa di 6 milioni e 115mila euro mentre per i secondi la somma sale a 33 milioni e 56mila euro. Resta da capire se il Governo riterrà questi progetti così importanti da inserirli nel piano Italiasicura.
Cristian Brusamonti

 

(crib) Sarà lui, assieme al direttore Massimo Bonacini, a bussare alle porte di Palazzo Chigi assieme ai maggiori enti di Bonifica italiani. Il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani, non vuole farsi sfuggire l' occasione di un' apertura del Governo verso il tema del dissesto. «Chi meglio di noi può parlare di prevenzione, dal momento che è l' attività che svolgiamo ogni giorno? È nel nostro dna».
«PRIORITÀ ALLA QUALITÀ» - La discesa a Roma del Consorzio, armato di dati e "slide", sarà un atto importante per il territorio. «Il Governo ha dimostrato un' attenzione particolare nei confronti del dissesto idrogeologico ma la cosa non ha altro che valorizzare il lavoro da noi svolto in tanti anni - afferma Zermani -. Grazie al nostro continuo monitoraggio, abbiamo già pronti gli interventi da realizzare, con tanto di progetto. I Consorzi sono gli unici enti chiamati ad effettuare la manutenzione ordinaria e per questo sono stati rivalutati per la loro opera di prevenzione silenziosa. Certo, non basta pulire i canali ma mettere l' uomo al centro dell' azione di tutela: dove manca la presenza umana, ci si deve preparare a una situazione territoriale incontrollabile. Il dissesto è un fenomeno naturale».
finanziamenti - Ma che possibità c' è che gli interventi presentati a Roma si traducano in realtà? «C' è una buona possibilità che i finanziamenti si trovino - dichiara il presidente -. Il problema vero è la suddivisione tra Nord e Sud Italia. Spesso i finanziamenti vengono dirottati al Sud e ritornano al Nord solo quelli che non sono stati utilizzati. Invece, bisognerebbe fissare una priorità di interventi in base alla loro qualità, non alla distribuzione geografica».
AMPLIAMENTO - Intanto Zermani propone ora un nuovo tipo di prevenzione sostenibile, che il Consorzio sarebbe già pronto ad affrontare.
«Abbiamo chiesto alla Regione di firmare una convenzione per consentirci di gestire una serie di corsi d' acqua, i cosiddetti colatori naturali attualmente esclusi dalla rete consortile. Si tratta di corsi d' acqua a metà strada tra un canale e un torrente. Anche qui, in caso di abbandono, i danni idrogeologici potrebbero essere elevati. Così, abbiamo richiesto di poter manutenere anche questa serie di canali, che si trovano sia in pianura, sia in montagna. La nostra proposta risale allo scorso novembre e, per ora, è rimasta sul tavolo della Regione a causa del cambiamento di giunta. Ma siamo fiduciosi che anche questi rivi possano essere inclusi, vista la finalità, nella gestione consortile». Un impegno che si aggiunge a quello già rilevante di manutenzione della rete di canalizzazione. «È vero, ma questo ci consente di spendere un decimo di quello che saremmo altrimenti costretti a sborsare in caso di danno idrogeologico. Non si può agire che con la prevenzione e ogni qualvolta capitano disastri e disagi, questi lasciano un senso di tristezza nella gente, che non si accontenta di avere i danni ripagati ma vuole vivere in un luogo sicuro».

 

(crib) Più di quindici milioni di euro, opere da finanziare in 11 diversi comuni del Piacentino. Ecco i principali interventi che il governo potrebbe inserire tra le sue priorità. Si parte da Piacenza, con una nuova cassa di espansione alla Galleana, che affiancherebbe quella già esistente lungo la tangenziale alla Farnesiana. «Si tratta di un investimento importante, anche se, al momento, la priorità è il consolidamento della vasca esistente alla Farnesiana» spiega il sindaco di Piacenza Paolo Dosi. «In occasione delle fasi di maltempo di ottobre e novembre, ha iniziato a filtrare acqua dalla sponda della vasca verso la tangenziale. Una situazione che può creare allagamenti seri».
A Calendasco si tenta di mettere uno stop all' allagamento dei campi ad ogni fase di severo maltempo o di piena del Po grazie ad un nuovo impianto idrovoro per pompare l' acqua al di là dell' argine e salvare i centri abitati. «In quel punto, sfociano a poca distanza il rio Raganella e il Tidoncello che, in caso di piena, spesso finivano per allagare la zona» dice il sindaco di Calendasco Francesco Zangrandi.
«Il problema è il ritorno dell' acqua verso il paese, attraverso i canali, cosa che finora è stata scongiurata da una pompa idrovora provvisoria. Il nuovo impianto sarà necessario anche per evitare l' allagamento del depuratore, che scaricherà proprio nel rio Raganella». Italiasicura potrebbe poi far partire il progetto di un impianto di sollevamento a Ronchi di Caorso.
«Si tratta di un progetto risalente almeno a cinque anni fa che serve a dare maggiore ossigeno e movimento all' acqua del Chiavenna» spiega il sindaco di Caorso Roberta Battaglia. «In questo modo, si eviterà la stagnazione del torrente specialmente nei mesi estivi e, in più, servirà a garantire la potabilità dell' acqua in diverse zone della Bassa». A Soarza, un nuovo impianto idrovoro consentirà invece di proteggere i centri abitati di Castelvetro e Monticelli.
Gran parte degli interventi montani, invece, sono relativi all' ultimo evento alluvionale dello scorso ottobre. È il caso della strada consortile tra Villanova Aglio e Pradovera, dove sono letteralmente piovuti giù dal versante migliaia e massi e si era stati costretti alla chiusura. Ora la strada è riaperta ma il problema non è risolto. «Ci sono stati diversi problemi su quel tratto» ammette il sindaco di Bettola, Sandro Busca. «Il Perino ha eroso una sponda e ha fatto franare una strada mentre i suoi affluenti sono scesi con violenza inaudita tutti attorno a Villanova portandosi dietro di tutto ed ostruendo i condotti».
Per questo, il Consorzio prevede la posa di reti contro la caduta dei massi e sistemazione dei versanti franosi. «Il Consorzio di Bonifica qui ha diverse strade consortili ed è sempre intervenuto prontamente» ricorda il sindaco di Farini Antonio Mazzocchi. «C' è un' ottima collaborazione e si è riusciti a portare a termine molte opere».
A Bobbio, invece, l' intervento proposto dal consorzio riguarda la strada di Valle, messa a dura prova da una frana. «Lì abbiamo richiesto l' intervento al Consorzio - conclude il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali -. È una situazione ampia che parte dalla zona sottostante la chiesa di Vaccarezza, difficile da gestire».


 

 

 




 
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