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Cortemaggiore: dalle rivendicazioni alle proposte operative per arginare i fenomeni alluvionali nel comprensorio

Nell’ambito di un incontro promosso dal Comune di Cortemaggiore con Consorzio di Bonifica e Servizio Tecnico della Regione e alluvionati finiscono sul tavolo nuove proposte operative in attesa dei fondi ministeriali e regionali su cui ancora non c’è certezza.

 

Cortemaggiore ‐ Un incontro destinato al confronto volto a colmare anche con interventi tecnici mirati un gap di comunicazione che nel corso della piena alluvionale del marzo scorso non aveva consentito di comprendere al meglio e soprattutto in maniera corretta le cause ambientali e idrauliche che in conseguenza delle violente piogge avevano provocato nel comprensorio, in alcuni tratti, l’esondazione dell’Arda e danni ingenti per alcuni residenti e imprenditori agricoli di Cortemaggiore. Così, invitati dal sindaco del paese Girometta, dopo un primo incontro svoltosi alla presenza dell’assessore alla Difesa del Suolo Paola Gazzolo, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, il Servizio Tecnico di Bacino della Regione Emilia Romagna e i tecnici comunali si sono ritrovati nella sala consiglio del Municipio di Cortemaggiore insieme con alcuni alluvionati. A seguito di una serie di comprensibili rivendicazioni riguardanti la scarsa pulizia del torrente da arbusti, la parziale mancanza di argini di protezione in snodi sensibili dell’alveo e anche le dinamiche strutturali sul ruolo dell’invaso di Mignano è iniziata l’analisi tecnica dell’accaduto, cercando parallelamente di individuare soluzioni praticabili per ovviare ad un fenomeno che storicamente si ripresenta. La Bonifica, (in base alle sue competenze dirette che non riguardano l’Arda di competenza della Regione, ma la gestione dell’invaso), attraverso un’articolata disamina del Responsabile Tecnico della diga Ing. Volpe ha sottolineato come il ruolo della diga sia stato marginale ed ininfluente e comunque ben all’interno di parametri di rilascio graduale delle acque, obbligati per legge, certificati dal Ministero che proprio quel giorno, con un suo ispettore di controllo, stava effettuando una precisa verifica dell’opera. Detto questo si è però passati tutti insieme a disegnare i contorni di una serie di proposte: come prima cosa il Servizio Tecnico della Regione, presente all’incontro con l’Ing. Tomasi, ha ribadito la volontà di rimarcare al più presto la richiesta rivolta al Ministro dell’Ambiente Galletti di considerare con urgenza la destinazione di 2,5 milioni per la sicurezza generale dell’Arda e di individuare anche alcuni fondi regionali; in seconda istanza è arrivata una proposta del Consorzio che attraverso il suo presidente Zermani ha chiesto di porre al centro del dibattito anche le azioni concrete per stimolare adeguatamente gli imprenditori rivieraschi ad operare sulle arginature e di incentivare al contempo, con un minimo e doveroso incentivo economico, l’accesso libero alle sponde per garantire così una maggiore, utile e costante pulizia dell’alveo che oggi invece è estremamente deficitaria e non può, visti i risultati, essere lasciata al caso o alla sola volontà dei singoli. Contestualmente si è sottolineato anche come i singoli proprietari di appezzamenti lungo il corso dell’Arda, mediante l’ausilio delle originali mappe catastali, possano ricominciare a prendersi cura del loro stesso territorio ripristinando tutti i cosiddetti “arginelli” poderali, utilissimi come potenziale difesa e smantellati purtroppo nel tempo. Una apertura di dialogo propositivo che il Consorzio saluta positivamente.  

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