Comprensorio di pianura
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Bonifica idraulica di pianura
Tra le tante e dotte definizioni che gli studiosi danno della bonifica pare opportuno scegliere quella più semplice, chiara, immediata:
“Bonifica è il rapporto d’equilibrio fra suolo ed acqua nel senso di provvedere ad allontanare questa quando ve n’è troppa (scolo o drenaggio) ed addurla quando ve n’è troppo poca (irrigazione).
Parlare dunque di bonifica significa – più in generale – affrontare i problemi del territorio e dell’ambiente nella loro più ampia accezione avendo ben presente che senza un ordinamento degli elementi di base, cioè suolo ed acqua, non vi può essere uno sviluppo sociale ed economico.
Le acque meteoriche e di superficie confluiscono nei corsi d’acqua naturali come fiumi, torrenti e rii, o nella rete dei canali artificiali di bonifica; nel primo caso, la competenza idraulica è del Servizio Tecnico di Bacini Affluenti del Po della Regione Emilia Romagna, mentre nel secondo caso è il Consorzio di Bonifica di Piacenza che gestisce il sistema artificiale dei canali e della cassa di espansione di pianura.
Il sistema di scolo artificiale si compone di circa 2.400 chilometri di canali, di scolo e promiscui, e condotte irrigue in gestione.
L’adeguamento, la manutenzione e l’esercizio del complesso sistema dei canali e di manufatti che assicura il deflusso delle acque meteoriche, impegnano costantemente il Consorzio. La ristrutturazione delle apparecchiature elettromeccaniche, che nei diversi impianti idrovori consentono l’adduzione nei fiumi delle acque provenienti dal reticolo idraulico, attraverso il loro sollevamento meccanico, nonché il mantenimento in efficienza della canalizzazione di bonifica, richiede una regolarità negli interventi, con investimenti di somme cospicue.
A supporto di questo sistema ed a difesa della città di Piacenza è stata realizzata una cassa di espansione in loc. Farnesiana, con la funzione di stoccare le acque in eccesso, in attesa che i livelli dei corsi d’acqua riceventi ne consentano l’immissione.
Canali irrigui gestiti dal Consorzio di Bonifica di Piacenza
Al tempo stesso per essere sempre aggiornati con le nuove tecnologie, il Consorzio ha avviato una serie di studi e collaborazioni tese ad accertare le condizioni idrologiche ed idrauliche del territorio. Infatti, i mutamenti climatici e il gravissimo stato di dissesto idrogeologico dell’intero territorio piacentino, mettono spesso a dura prova le infrastrutture di bonifica e, in particolare, quelle realizzate a difesa del rischio idraulico del nucleo urbano del capoluogo.
La bonifica di pianura, oltre a consentire l’irrigazione del territorio, dispone di numerosi impianti la cui attivazione è di fondamentale importanza per scongiurare esondazioni e allagamenti. L’attività del consorzio pertanto si esplica nella manutenzione e nell’esercizio di canali di drenaggio e degli impianti idrovori ed il sistema integrato di sicurezza idraulica, con il suo reticolo di canali di bonifica, ha contribuito, nel corso degli anni, a disegnare l’architettura rurale del territorio di pianura, costituendo un valore anche paesaggistico ed ambientale.
DISTRETTO DI BONIFICA DELLA VAL TIDONE
La bonifica idraulica di pianura del distretto della Val Tidone nella fascia costiera del Po interessa i Comuni di Castelsangiovanni e Sarmato per una superficie complessiva di 1100 ettari e costituisce il sistema di intercettazione, convogliamento ed allontanamento delle acque. Il sistema idraulico relativo alla canalizzazione primaria è costituito dai Canali delle Acque Alte e delle Acque Basse, che hanno uno sviluppo rispettivamente di 4km e di 4,5km.
Il canale delle acque basse termina all’impianto di sollevamento di Casino Boschi costituito da 2 centrali, una di recente costruzione ed una risalente agli anni ’20.
Le elettropompe installate sono in grado di sollevare fino a 8,6 mc/sec. In questi ultimi anni le canalizzazioni hanno manifestato stati di crisi idraulica in concomitanza con gli eventi meteorici più intensi. Tali episodi sono stati anche acuiti dall’abbassamento del livello della falda freatica, che ha prodotto l’abbassamento del piano di campagna e pertanto anche una riduzione della pendenza dei canali. La canalizzazione secondaria è costituita principalmente dai seguenti canali: Rio Sguazzo, Rio Sguazzino, Rio dei Mulini, Rio Cascinetta Colombarone e si sviluppa per oltre 8 Km.
La rete di drenaggio del Distretto della media ed alta Val Tidone è prevalentemente di tipo promiscuo ed ha uno sviluppo di circa 400 km. Essa è costituita essenzialmente da canali in terra di sezione modesta, il cui stato di manutenzione è precario e necessita di continui interventi.
Tour guidato dell'impianto idrovoro di Casino Boschi: Impianto idrovoro Casino Boschi
DISTRETTO DI BONIFICA VAL TREBBIA
La rete di drenaggio a monte della città di Piacenza, compresa tra il torrente Nure ed il fiume Trebbia, è costituita prevalentemente da colatori naturali ed artificiali che recapitano le acque nei Canali Diversivi di Est e di Ovest. Il sistema idraulico che con diverso grado ed intensità si sviluppa in destra Trebbia tra la zona pedecollinare e il fiume Po, costituisce l’unità del sub-bacino idrografico, entro il quale il consorzio esplica la propria attività ai fini della regimazione e dell’allontanamento delle acque.
La bonifica idraulica della città di Piacenza interessa un’area di circa 1.750 ettari quasi completamente urbanizzati, le cui acque meteoriche interne, attraverso due canali principali denominati Settentrionale e Rifiuto aventi rispettivamente uno sviluppo di Km 1.60 e Km 2.80, giungono all’Impianto idrovoro Finarda, che le recapita poi nel fiume Po. L’impianto idrovoro è costituito da una centrale con tre elettropompe di portata complessiva pari a 18.000 litri/s.
Le opere di bonifica presenti nel territorio comunale di Piacenza, consentono lo sgrondo delle acque meteoriche anche dei terreni di più bassa giacenza, cioè con quote del piano di campagna inferiori di ben 5 metri a quelle di piena del fiume Po. Condizioni di difficoltà di sgrondo delle acque meteoriche, si trovano in tutta l’area urbana della città di Piacenza. Per lungo tempo questa situazione ha impedito l’attuazione della fognatura cittadina. La realizzazione del sistema delle opere di bonifica ha consentito pertanto di avviare razionale soluzione anche al problema dell’allontanamento delle acque fognarie, in quanto le opere di bonifica hanno costituito e costituiscono tutt’ora, la spina dorsale del sistema fognario, in particolare relativamente al centro urbano cittadino
L’impianto idrovoro della Finarda è costituito da due centrali, una di recente costruzione e una che risale agli anni ‘20, di portata complessiva pari a 25 mc/sec. L’impianto idrovoro viene utilizzato non solo durante i periodi di piena del Po, ma anche per smaltire le portate dei canali, in particolare il Rifiuto che nello specifico è quello della fognatura della città, per avere una sicura e continua espulsione in Po, a mezzo di sollevamento meccanico dell’impianto, tutte le volte che le condizioni di piena lo vedono necessario e quando gli scarichi liberi si dimostrano insufficienti
Le opere di bonifica realizzate (Canali Diversivo di Est e di Ovest) consentono anche un efficiente sistema di difesa della città di Piacenza dalle acque che provengono da Sud, dai territori compresi tra il Nure e il Trebbia. Senza il Canale Diversivo di Ovest parte della città di Piacenza sarebbe soggetta a periodici allagamenti in particolare in coincidenza di alti livelli nel fiume Po. Il canale delle Acque Alte, denominato Diversivo di Est, partendo da San Lazzaro/Alberoni sbocca nel Nure, poco a monte di Roncaglia, e vi scarica tutte le acque che prima gravitavano, attraverso il colatore Riello ed altri rivi, sui terreni bassi della zona di Mortizza e del Gargatano: consente un’efficace difesa della parte orientale del territorio comunale, che include anche il nuovo polo logistico di Piacenza, dalle acque che provengono dalle colline di Vigolzone. Ha uno sviluppo di 6,60 Km con una portata massima di acqua piovana di 27 mc/sec.
Il canale Diversivo di Ovest partendo dal colatore Riazza, a monte della località Galleana, sbocca in Trebbia intercettando e convogliando nel torrente tutte le acque che prima si dirigevano sulla città e nella zona bassa di Sant’Antonio; consente un’efficace difesa della parte occidentale della città dalle acque che provengono dalla zona collinare, in modo particolare dalle colline di Rivergaro. Tale canale conosciuto come Canale della Fame, ha uno sviluppo di 5,6 km con una portata massima di acqua piovana di 54 mc/sec. I Canali diversivi intercettano la fitta rete di colatori naturali e canali artificiali che partendo da Rivergaro e Vigolzone, prima della costituzione delle opere di bonifica, giungevano in Po attaverso il centro urbano e la campagna del territorio del comune di Piacenza. Attraverso questo complesso sistema di bonifica idraulica vengono rimosse le cause che provocano la sofferenza idraulica del territorio interessato, apportando allo stesso quei vantaggi igienici, demografici, economici e sociali espressamente contemplati dalla legislazione in materia di bonifica. L’impianto idrovoro richiede opere di adeguamento per far fronte alle maggiori esigenze date dal forte incremento della superficie urbanizzata. Al riguardo il Consorzio, di concerto con il Comune di Piacenza, ha posto mano allo studio idrologico-idraulico del comportamento congiunto delle reti di drenaggio, urbano e di bonifica, che interessano il territorio del capoluogo onde determinare i valori di massima piena in arrivo ai canali terminali ed agli impianti idrovori ed essere, quindi, in grado di individuare gli interventi atti ad assicurarne il tempestivo smaltimento.
I canali diversivi di Est e di Ovest, formano la cintura di difesa della città che è stata completata con la realizzazione della cassa di espansione. Quindi, in caso di piogge intense la città viene difesa anche dalla Cassa di Espansione del Colatore Riello che è situata in località Farnesiana di Piacenza. L’opera idraulica assicura dagli allagamenti una vasta area edificata del Comune di Piacenza ed elimina il rischio di esondazione del colatore Riello nel tratto che sovrappassa la tangenziale. Ha una capacità d’invaso di circa 90 mila mc ed è costituita da tre distinti accumuli intercomunicanti tra loro.
La bonifica in località Mortizza interessa la zona suburbana del territorio comunale di Piacenza con una estensione di 2.400 ettari. Gestisce il sistema principale di canali di intercettazione, convogliamento ed allontanamento delle acque meteoriche dal territorio della città. Il canale delle Acque Alte, denominato Diversivo di Est, consente un efficace difesa della parte orientale del territorio comunale, che include anche il nuovo polo logistico di Piacenza dalle acque che provengono dalle colline di Vigolzone. Ha uno sviluppo di 6,60 Km con una portata massima di acqua piovana di 27 mc/sec, mentre quello delle Acque Basse denominato Collettore Armalunga ha uno sviluppo di 1,60 Km. Il Collettore Acque Basse termina all’impianto idrovoro di Armalunga, costituito da due centrali, una di recente costruzione e una che risale agli anni ‘20 in grado di sollevare nel torrente Nure fino a 18 mc/sec. La mancata presenza di questi impianti idrovori comporterebbe durante una piena del fiume Po l’allagamento di tutte quelle aree abitate che hanno una quota inferiore alla quota di massima piena del fiume Po (zona bassa di Piacenza, Mortizza).
DISTRETTO BONIFICA BASSO PIACENTINO
Il comprensorio di bonifica del distretto Basso Piacentino ha una estensione di circa 20.000 ha con una rete di canali complessiva di km. 400, di cui km 295 in terra e di questi ad uso promiscuo per km. 60. Lo schema della rete scolante è sostanzialmente caratterizzato dalla presenza di una serie di canali che raccolgono le acque dei diversi bacini idraulici in cui può essere suddiviso il comprensorio.
Il comprensorio si divide in quattro bacini: Nure-Riglio, Riglio-Chiavenna, Chiavenna-Arda, Arda-Ongina oltre, naturalmente, al fiume Po; comprende i comuni di Caorso, Monticelli, Castelvetro, Cortemaggiore in parte, San Pietro in Cerro, Besenzone, Villanova ed è limitato superiormente dalla ferrovia Piacenza-Bologna.
Le caratteristiche del territorio hanno favorito due modelli di scolo: il primo interessa la zona alta con deflusso delle acque per gravità; il secondo, che interessa le zone idraulicamente depresse, prevede, tramite i canali di bonifica, utilizzati promiscuamente, il sollevamento meccanico delle acque nel bacino denominato Zerbio, e successivamente dall’impianto omonimo, gestito automaticamente attraverso telecontrollo per la regolazione di barraggi e sottostazioni di pompaggio, convogliate direttamente al fiume Po,
Il sistema di bonifica viene assicurato attraverso inoltre dall’impianto di sollevamento di Braciforti, posto in loc. Fossadello in comune di Caorso e che ha una portata di circa mc 2,00, questo impianto solleva le acque provenienti dal canale Dolzana 1 al fiume Po.
Tali acque, attraverso la chiavica del Braciforti, possono arrivare direttamente in Po, salvo problemi legati alle quote del fiume o alle portate dei canali di colo, che possono rendere indispensabile il funzionamento di tale impianto.
L’impianto di sollevamento di Zerbio è stata realizzata successivamente alla costruzione della centrale idroelettrica di Isola Serafini in comune di Monticelli.
Tale opera ha innalzato il livello del fiume Po, e di conseguenza la zona di Zerbio necessita dell’impianto di bonifica per tutto l’anno.
DISTRETTO BONIFICA VAL D’ARDA
La finalità dell’attività ordinaria di bonifica consiste nel mantenere il reticolo idraulico consortile nella migliore efficienza assicurando pertanto lo scolo dei terreni agricoli e la protezione dei centri abitati mediante il diserbo ed il mantenimento delle corrette sezioni idrauliche dei canali e dei relativi manufatti.
Nell’ambito del distretto Val d’Arda non esistono zone incisivamente depresse, tali da rendere necessario il sollevamento meccanico delle acque di scolo. L’intera superficie scarica le proprie acque per gravità, attraverso la rete idrica consortile, aventi in alcuni casi, finalità promiscua. I canali infatti distribuiscono per gravità l’acqua ai terreni ad essi soggiacenti nella stagione irrigua, ricevendo nella restante parte dell’anno le acque di scolo dei terreni dominanti. Il problema della regimazione idrica delle acque è più sentito nelle vicinanze dei torrenti Arda, Chiavenna e Ongina: il Consorzio in tal senso, è intervenuto migliorando la rete esistente, e , ove questa mancava, estendendone lo sviluppo.
Inoltre da tempo il Torrente Arda soggiace, specie nel tronco medio-terminale del suo corso, ad un disordine morfologico ascrivibile essenzialmente ad indiscriminati interventi antropici entro l’alveo.
Costruzioni civili ed industriali in golena, incuria manutentiva dei frontisti sulle ripe e sponde, inciviltà di coloro che riversano rifiuti nel greto hanno via via determinato la perdita della originaria officiosità allo smaltimento delle piene naturali.