La diga del Molato su Libertà
Parte il rilancio turistico del lago del Molato
Lunedì si festeggia la fine dei lavori. Previsti percorsi nel verde e aree attrezzate. Zermani: «Queste opere non sono un disastro per l'ambiente»
La diga del Molato ritorna al futuro. I lavori di ristrutturazione iniziati nel 1996 sono terminati e proprio dal lago ai piedi di Trebecco parte il rilancio del turismo in Alta Valtidone. Una pacchia per gli sportivi, gli appassionati di pesca, gli amanti delle escursioni nel verde e i buongustai.
«Le idee non mancano per tornare ai tempi in cui l'invaso costituiva un'attrazione - anticipa Fausto Zermani, presidente del Consorzio di bonifica bacini Tidone e Trebbia -. Grazie ai finanziamenti comunitari messi a disposizione dalla Provincia, lo specchio d'acqua è stato inserito nel progetto per incentivare l'incoming nella vallata. A noi preme soprattutto esaltare la valenza naturalistica dell'invaso, ma la giornata di studi di lunedì 12 maggio servirà anche a dimostrare che queste strutture non sono un disastro per l'ambiente. A Piacenza sul tema dighe c'è stata poca chiarezza, la gente deve capire che opere come queste possono essere inserite in un contesto naturale».
Stiamo pensando ad un percorso museale con filmati e apparecchiature d'epoca
Sulle sponde del lago creato esattamente 80 anni fa nasceranno piazzole per la pesca sportiva, posti auto, aree di ristoro e un percorso pedonale-ciclabile nel verde, sul lato destro del Tidone, quello opposto all'ex statale. «Nelle vicinanze ci sono una sorgente d'acqua sulfurea, alcune opere interessanti dal punto di vista storico, aziende agrituristiche e maneggi. Dopo una ventina d'anni di "magra", l'invaso è stato ripristinato e il turismo può ripartire», sottolinea Zermani.
Al convegno di lunedì prossimo ci sarà molta carne al fuoco. «Parleremo della diga a 360 gradi, dando voce in primis ai rappresentanti del mondo agricolo. Abbiamo voluto coinvolgere il Comune di Piacenza, poiché l'opera è stata recuperata anche con finalità acquedottistiche: un serbatoio a disposizione del territorio».
Roberto Ceruti, direttore del consorzio di bonifica, spiega che è stata sistemata la casa di guardia, dove vive il custode e si trovano gli strumenti di controllo: «Vorremmo aprirla al pubblico, specialmente alle scuole. Lo stesso ci piacerebbe fare con i vani interni alla diga che si prestano a diventare fruibili. Stiamo pensando ad un percorso museale con filmati e apparecchiature d'epoca».
Il programma
La giornata di studi inizierà già alle 9.30 con "Un caffé sotto la diga". Alle 10 si entra nel vivo con gli interventi del sindaco di Nibbiano, Alessandro Alberici, del presidente della Provincia, Gianluigi Boiardi, e del presidente della Comunità montana Valtidone Franco Albertini. Alle 10.30, il presidente Zermani interverrà sul tema "Ritorno al futuro, 80 anni di qualità". Dalle 10.45 in poi, al tavolo dei relatori per discutere di acqua e agricoltura siederanno Sandro Calza, presidente Coldiretti, Giuseppe Pantaleoni, presidente dell'Unione provinciale agricoltori, Giovanni Malchiodi, presidente della Confederazione italiana agricoltori, e Mario Spezia, assessore provinciale all'agricoltura. Si prosegue alle 11 con il sindaco di Piacenza e presidente Ato Roberto Reggi che interverrà sull'argomento "L'acqua della diga, opportunità idropotabile". Un quarto d'ora dopo si approfondirà il tema "La diga fonte di energia" con l'assessore provinciale alla programmazione del territorio Alberto Borghi. "La diga, un'occasione per turismo e cultura" sarà invece il filo conduttore dell'intervento dell'assessore provinciale al turismo Mario Magnelli. A mezzogiorno è prevista la relazione di Massimo Gargano, presidente dell'Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni ("Acqua preziosa: la diga oggi tra cambiamenti climatici e sostenibilità"). Le conclusioni saranno affidate all'assessore regionale alla sicurezza territoriale Marioluigi Bruschini. Alle 12.40 è previsto il taglio del nastro con la benedizione di don Andrea Mutti e visita alla diga. Alle 13.30, pranzo con vista panoramica del lago. Non mancano gli eventi collaterali. Da segnalare l'allestimento preparato dagli architetti Elisa Alfonsi e Federico Panciera ("La diga del Molato - Storia, tecnica e ripristino di una grande opera. Rifunzionalizzazione dei vani interni per un percorso museale"), quello curato da Ceruti ("Le opere di bonifica, recupero e potenziamento") e il ripristino del percorso attorno all'invaso della diga da compiere a piedi, a cavallo e in mountain-bike con aree attrezzate per il relax.
Michele Borghi