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Cambiamenti climatici

Comunicato Stampa del 18 giugno 2009

IL CONSORZIO DI BONIFICA RILANCIA L’ALLARME:

SENZA PIANI DI INTERVENTO STRUTTURALI

I CAMBIAMENTI CLIMATICI ACCENTUANO I PERICOLI

Negli ultimi 90 anni, in Italia, si sono registrate oltre 5.000 grandi alluvioni e migliaia di frane: in media, un episodio ogni giorno e mezzo. In soli 50 anni, i fenomeni naturali hanno provocato circa 3.500 morti, vale a dire mediamente 7 morti al mese. A ricordarlo è il Presidente del Consorzio di bonifica Bacini Tidone Trebbia, Fausto Zermani unitamente al presidente dell’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni) Massimo Gargano, che ha anche ribadito come l’Italia sia uno dei Paesi europei maggiormente caratterizzato da fenomeni di dissesto territoriale: ad esserne interessati sono circa 23 milioni di residenti, che abitano in 6.600 comuni, pari all’81,9 % della realtà amministrativa. In questo quadro già fragile si inserisce l’incremento di eventi meteorologici estremi, rappresentati da piogge che, calate del 20 % in termini quantitativi, raddoppieranno o triplicheranno di intensità: se ancora oggi è considerata eccezionale una pioggia fra i 20 ed i 30 millimetri all’ora, entro pochi decenni tale soglia dovrà essere collocata fra i 50 ed i 60 millimetri orari.

Per quanto attiene al comprensorio del Consorzio Bacini Tidone Trebbia, il dissesto idrogeologico si sta intensificando, sempre con maggiore frequenza e con gravi conseguenze e, pertanto, è necessario potenziare le opere di bonifica adeguando, in particolare, quelle esistenti e realizzarne di nuove.

La manutenzione idrogeologica del suolo è esigenza primaria non solo dei 23 milioni di italiani, che più direttamente subiscono le conseguenze dei dissesti idrogeologici, ma è un interesse di tutti: infatti, senza sicurezza dalle acque come pure senza disponibilità d’acqua, non può esserci sviluppo. La difesa idraulica del territorio e il razionale utilizzo delle acque a fini irrigui costituiscono inoltre un importante occasione di rilancio occupazionale, contribuendo alla ripresa economica del Paese. Il dissesto idrogeologico dunque, è un valore anche economico, che dovrebbe suggerire il varo di interventi strutturali. Sempre in valore economico è importante ricordare che l’assenza di una rete di invasi, fa confluire annualmente in mare, inutilizzati, 8 miliardi di metri cubi d’acqua piovana.

Il Presidente Zermani evidenzia ulteriori emergenze che stanno penalizzando il già fragile equilibrio morfologico italiano, nonché locale: l’inalveamento dei principali corsi d’acqua (ovvero l’abbassamento del letto con conseguenti problemi di assetto territoriale ed aumento della violenza dell’acqua in caso di piene), il proliferare di animali estranei ai nostri habitat (nutrie) che minano la sicurezza statica degli argini, scavandovi pericolose gallerie, e ancora, la siccità estiva che arreca danni alle colture a causa della scarsità d’acqua dei torrenti, che non possiedono sufficienti portate per soddisfare i vari usi (potabile, irriguo, produzione di energia elettrica).

Un’indagine commissionata dall’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni) evidenzia come oltre l’80% degli italiani ritenga che il nostro Paese non abbia gli strumenti necessari per affrontare la carenza idrica, mentre il 56% delle aziende agricole è preoccupata per la scarsità d’acqua.

In questo quadro di criticità i Consorzi di bonifica si inseriscono in quella cerchia di Enti che gestiscono e tutelano il territorio garantendo l’equilibrio del fragile territorio nazionale.

Il Presidente Zermani evidenzia, ancora una volta, come la gestione dei Consorzi di bonifica non pesi sulla finanza pubblica, essendo organi di autogestione del territorio, come ribadito anche dalla Conferenza Stato – Regioni dello scorso settembre. Inoltre il Presidente Zermani rivolge un invito alle più alte cariche istituzionali del nostro Paese, volto a concretizzare programmi per la salvaguardia idrogeologica dell’intero territorio nazionale, per promuovere, sostenere ed attuare interventi diretti principalmente alla prevenzione del rischio idrogeologico ed alla manutenzione del territorio ed in tale ambito ad individuare confacenti risorse economiche, in grado di consentire l’ammodernamento delle strutture deputate alla funzione di regimazione delle acque quali canali, impianti idrovori, sistemazioni idrauliche, canali collettori, vasche di laminazione, dighe di ritenuta, sistemi di consolidamento ed altre opere con analoghe finalità.

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