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Comprensorio irriguo di pianura

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DISTRETTO IRRIGUO VAL D’ARDA

Il comparto irriguo della val d’Arda è costituito da quella parte della provincia di Piacenza che è delimitata dai torrenti Riglio e Ongina e che ha come limite settentrionale la linea di confine con la Bonifica del Basso Piacentino e meridionale la chiusura di Castell’Arquato.

Il suddetto comprensorio, dalla forma pressoché triangolare, si presenta come un piano inclinato verso il Po, solcato da occidente a oriente dagli alvei dei torrenti Riglio, Chero, Chiavenna, Arda ed Ongina, tributari di destra del Fiume stesso e comprende i comuni di Alseno, Cadeo, Carpaneto, Castell’Arquato, Cortemaggiore e Fiorenzuola.

Il torrente Arda rappresenta il maggiore dei corsi d’acqua interessanti il territorio consortile. Esso ha origine da una corona di monti dell’Appennino piacentino che raggiungono l’altitudine di 1.300 m sul livello del mare e comprendono da Ovest ad Est il Monte Santa Franca, il Monte Menegosa, il monte Lama, il monte Groppo ed il monte Carameta, i quali racchiudono e delimitano a Sud il bacino imbrifero superiore del torrente.

Il corso del torrente scende rapido e, dopo un percorso di circa 56 km (di cui 28 tra i monti fino all’altezza di Castell’Arquato e 28 in pianura) si congiunge con il torrente Ongina, unito al quale, seguendo il confine territoriale tra la provincia di Piacenza e quella di Parma, dopo un corso di circa 2 km, sfocia nel Po.

L’invaso del Bacino di Mignano consente di immagazzinare ogni anno oltre 11.500 m³ di acqua per l’irrigazione “a scorrimento” del comprensorio consorziato in un periodo mediamente compreso tra i 70 e gli 80 giorni. L’acqua distribuita alle aziende viene prelevata da due canali collettori principali, che iniziano alla traversa di regolazione di Castell’Arquato che capta la portata della diga di Mignano . I due canali principali, in destra ed in sinistra dell’Arda medesimo, hanno uno sviluppo complessivo di quasi 60 km ????

L’odierno canale principale di sinistra altro non è che l’antichissimo “Rivo Sforzesco” scavato fra il XIV ed il XV secolo per uso irriguo e macinatorio, funzione quest’ultima non più espletata.

Dai due canali irrigui principali si diramano 180 km c.a. di canali secondari??? Da cui hanno origine i canali terziari, aventi una estensione di 152 km ?? che distribuiscono l’acqua, a pelo libero, alle singole aziende.

Nel complesso, quindi, la rete di distribuzione è di oltre 380 km di lunghezza, con un’incidenza media, sui 14.000 ettari del comprensorio, di m. 27 per ettaro catastale.

Il corpo d’acqua, fisso per tutte le utenze viene distribuito ai 21 comizi irrigui in cui è attualmente suddiviso il comprensorio, con un orario specifico stabilito. Tale sistema distributivo, assai rigido, impone necessariamente la costante presenza del personale di campagna. Ancora oggi la coltura del pomodoro resta uno dei principali cardini delle aziende agrarie del comprensorio . L’irrigazione non ha solamente consentito l’incremento delle foraggere e lo sviluppo, prima del tutto impensabile delle colture industriali, ma ha altresì provocato una vera fioritura dell’economia locale, permettendo il sorgere di molti stabilimenti industriali per la lavorazione dei prodotti.  

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